La vita dell’Eroe del Popolo Shefqet Peçi è quella di un lungo periodo di coraggio. Nato nel villaggio di montagna di Picarit vicino a Girokastra il 30 giugno 1906, sviluppò lo spirito di un combattente molto presto, e aveva solo 14 anni quando prese parte alla guerra contro gli italiani a Valona nel 1920.
Nel 1924 combatté nella rivoluzione democratica guidata da Fan Noli. Durante il periodo del potere monarchico, fu un ufficiale di Re Zog, ma non condividendo il potere per il quale prestò servizio come ufficiale ed essendo diventato anti-Zog fu arrestato per la prima volta nel 1937 e declassato da ufficiale militare.
Egli combatté contro la monarchia fascista, guidando la protesta degli studenti della città di Elbasan, quando la monarchia portò i fascisti italiani in Albania. Nella Guerra antifascista di liberazione nazionale si impegnò immediatamente come patriota.
Egli combatté contro la monarchia fascista, guidando la protesta degli studenti della città di Elbasan, quando la monarchia portò i fascisti italiani in Albania. Nella Guerra antifascista di liberazione nazionale si impegnò immediatamente come patriota.
Durante i primi mesi del 1942 egli era già il capo delle formazioni militari partigiane e contemporaneamente si unì al Partito Comunista Albanese. Fu scelto comandante e commissario delle formazioni militari partigiane della zona operativa di Valona-Girocastro, dove svolse i compiti di comandante con valore, capacità, talento ed esperienza.
La condizione della guerra antifascista, gli ideali per lui fondamentali di difesa del Paese e le sue capacità di leadership, portarono Shefqet Peçi a diventare comandante della 5a Brigata partigiana e poi vicecomandante della 1a Divisione partigiana. L’eco delle sue gesta andò oltre i confini dell’Albania, combatté contro i tedeschi guidando formazioni militari partigiane per la liberazione del Kosovo, guadagnandosi il rispetto.
Dopo la liberazione Peçi lavorò in tutti gli incarichi, sia militari che statali, con onestà e alta coscienza divenne Ministro delle Miniere, Ministro delle Comunicazioni, Presidente del Controllo dello Stato, deputato al Parlamento in tutte le legislature fino al 31 marzo 1991. Nel 1970 fu anche Presidente del Presidium dell’Assemblea Popolare.
Nella sua vita molto intensa, Shefqet trovò anche il tempo per scrivere. Scrisse libri di memorie della Seconda Guerra Mondiale e molte poesie sulla vita in campagna. Sh. Peçi iniziò bene la sua vita, la continuò con dignità e la concluse in crescendo.
Alla fine di questo secolo Peçi du imprigionato dal regime di Berisha all’età di 90 anni con accuse e “leggi” assurde. Quando Shefqet aveva combattuto per la liberazione della città di Kukesit nel nord dell’Albania, alcuni traditori e collaboratori dei nazisti assassinarono 47 partigiani della 5a Brigata. In risposta, il partigiano organizzato da egli stesso che uccise 21 collaboratori. Dopo più di mezzo secolo, i nipoti di questi collaboratori portarono a termine la loro vendetta e lo imprigionarono che era in pessima salute.
Shefqet Peçi non ha mai avuto paura dei fascisti e dei nazisti, è sempre rimasto coraggioso e ha dichiarato apertamente “è un onore per me morire nella prigione di Berisha”. Ha scelto di porre fine alla sua vita nello stesso modo, da coraggioso patriota ed eroe. Peçi non è morto nel cuore della gente. Il suo funerale è stato una grande dimostrazione del rispetto della gente e del gruppo di politici per quest’uomo, un eroe anche nei momenti difficili.